Technology Transfer: come valorizzare la ricerca scientifica e gli investimenti in deeptech

Evento Club – Terme di Saturnia

Stefano Peroncini di EUREKA! Venture Sgr, ci ha parlato di trasferimento tecnologico e delle sue straordinarie opportunità.

Stefano Peroncini

Cosa intendiamo esattamente per “technology transfer”? Sostanzialmente significa prendere le innovazioni provenienti dalle università e dalla ricerca scientifica e trasformarle in prodotti a beneficio della società. In Italia però ancora non siamo riusciti a farlo per mancanza di capitali e non si riesce a coprire un gap tra la ricerca e il mercato. Sembra infatti esserci un problema “linguistico” tra la scienza e il business, si parlano due lingue diverse e dovrebbe essere l‘imprenditore a fare da “traduttore”.

Inoltre, i capitali dovrebbero essere in grado di valorizzare la ricerca universitaria e contribuire a trasformarla in qualcosa di pronto per il mercato.  

Il mondo però risulta essere più avanti rispetto all’Italia in termini di “technology transfer”, solo nel 2018 più di 1.000 start up si sono formate, 72 miliardi sono stati investiti nella ricerca, 26.000 invenzioni sono state annunciate e sono stati rilasciati 17.000 brevetti. 

E l’Italia? L’Italia potrebbe fare tanto, ma ancora non l’ha fatto. In termini di pubblicazione scientifica siamo ai primi posti, ma non in termini di brevetti. 

Sul “technology trasfer” Eureka! ha costruito il suo mondo composto da Eureka! Venture sgr, società di gestione del risparmio con focalizzazione sulle deeph tecnologies e da Eureka Fund Technology Transfer, il primo fondo di trasferimento tecnologico esclusivamente dedicato al “material science”.

Sono state stipulate da Eureka!, ha concluso Peroncini, più di venti partnership con università e centri di ricerca italiani e avviati investimenti in tempi rapidissimi pari a 3M€ in medical device, metamateriali e in nanotecnologie.

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