La resilienza delle Casse di Previdenza in un contesto di elevata volatilità economica

Vi presentiamo la prima di una serie di interviste promosse da Valore, che vede i gestori intervistare gli investitori. Il primo confronto ha come protagonisti Enrico Imbraguglio, Managing Partner di Optimum Asset Management, e Marco Mizzau, Direttore Generale di Inarcassa.

Enrico Imbraguglio: Optimum Asset Management è una società di gestione del diritto lussemburghese. Abbiamo il nostro headquarter in Lussemburgo e siamo regolamentati dalle autorità lussemburghesi, anche se in realtà operiamo a Berlino, dove siamo presenti dal 2006. Siamo quella che si definisce una boutique di gestione, focalizzata in particolare sul real estate, che gestisce un patrimonio di oltre 1,5 miliardi. Lo facciamo ormai da 14 anni, prevalentemente in Germania, con un discreto successo, avendo garantito ai nostri investitori sempre dei risultati positivi a doppia cifra, nonostante i sottostanti siano dei portafogli con un profilo di rischio molto contenuto. Ad oggi abbiamo, in tutto, gestito 5 fondi. Due sono già stati liquidati; due sono chiusi, ma in piena fase di ottimizzazione. Il quinto è neonato, è appena stato lanciato. Si tratta di un fondo che, come i precedenti, ha come strategia quella di investire nel mercato tedesco e, in particolare, nel residenziale e nel settore commerciale. Credo che Inarcassa non abbia bisogno di presentazioni: è la cassa di assistenza degli ingegneri e degli architetti liberi professionisti. Con un patrimonio superiore agli 11 miliardi è, sicuramente, una delle casse di Previdenza più importanti che abbiamo in Italia. Il dott. Marco Mizzau ne è il direttore generale da poco più di un anno. Poco più che quarantenne, oltre a rivestire una posizione di estrema rilevanza, vista l’importanza di Inarcassa, vanta un curriculum che lo ha visto già sviluppare esperienze professionali importanti in realtà italiane e internazionali, sia in ambito aziendale che in società di consulenza direzionale. 

Visto il tema di questa prima intervista, “La resilienza delle Casse di Previdenza in un contesto di elevata motilità economica”, la prima domanda che vorrei porre al dott. Mizzau è di carattere generale. Inarcassa è una realtà di respiro internazionale. È sempre stata molto attenta alla gestione del patrimonio e si è, da tempo, strutturata per gestire il patrimonio dei propri iscritti nella maniera più efficiente possibile. Come ha vissuto, e come sta vivendo, questo periodo di totale incertezza e di difficoltà che il Covid ha generato?

Marco Mizzau: Grazie per questa occasione di confronto. Integro la sua preziosa introduzione con qualche ulteriore elemento riguardante la nostra Istituzione, che dal momento della privatizzazione del ’95 ha conosciuto una fase di grande sviluppo. Il numero degli iscritti e dei pensionati è aumentato di 3,3 volte; quello del patrimonio è cresciuto di ben 8 volte. Adesso, considerando i risultati del bilancio consuntivo 2019, abbiamo un patrimonio largamente superiore agli 11 miliardi e un avanzo economico che supera gli 800 milioni. Sicuramente, siamo ben al di sopra di quanto previsto in termini di copertura della riserva legale dalla normativa vigente. Le entrate contributive, superiori a 1 miliardo, oltrepassano largamente e inevitabilmente le uscite per prestazioni. Data la asset allocation strategica definita dal Consiglio di Amministrazione, la componente azionaria dell’equity pesa circa il 24%, per un valore superiore ai 3 miliardi. È indubbio che, un evento esogeno come quello della pandemia, abbia influito in termini di elevata volatilità e di grado di avversione al rischio sul nostro Portafoglio. Tuttavia, mi lasci dire che, grazie a una gestione lungimirante, sia degli organi di Governo che della nostra Direzione del Patrimonio, con manovre di diversificazione e maggiormente tese verso la prudenza siamo riusciti a calmierare l’effetto di penalizzazione sul valore di mercato. Quello che abbiamo fatto, inoltre, fin dall’inizio del lockdown, è stato adottare delle manovre di monitoraggio della liquidità. Sa meglio di me che, quando accadono degli eventi come questo o nel caso di crisi strutturali (come quelle del 2008, 2009, 2011 e 2012), le ipotesi afferenti il bilancio di previsione vengono totalmente rimesse in discussione. Per questo, fin dai primi di marzo, abbiamo pensato di elaborare un preconsuntivo 2020. Abbiamo presentato degli aggiornamenti puntuali e mensili al Consiglio di Amministrazione, durante tutto il periodo del lockdown. Stiamo, attualmente, procedendo in questi termini. Questo soprattutto per vedere l’impatto delle delibere di investimento che venivano proposte, dalla Direzione del Patrimonio e della Direzione Generale, al Consiglio di Amministrazione prima di essere approvate. Questo è l’approccio che abbiamo seguito. Un approccio che ci ha aiutato a tornare al di sopra del valore degli 11 miliardi pochi giorni fa, dato che nel periodo del lockdown, da marzo a fine maggio, eravamo scesi al di sotto. Adesso il patrimonio ha ripreso a crescere in maniera significativa.  

Enrico Imbraguglio: Bene, direi che si tratta di notizie rassicuranti anche per i vostri associati. Visto che mi occupo di management immobiliare, posso chiederle in maniera più precisa qual è il peso dell’immobiliare nella vostra asset allocation, qual è la ripartizione tra diretto e indiretto, quanto avete investito in Italia e quanto fuori dai confini nazionali? 

Marco Mizzau: Per quanto concerne la parte immobiliare fisica noi nel 2012/2013, per ragioni di sostenibilità, di efficienza e anche di buona governance, abbiamo ritenuto opportuno fare una gara per il transito di tutta la gestione del patrimonio immobiliare, che era rappresentato da 73 immobili, per un valore di circa 700 milioni di euro. A seguito della gara è stata individuata Fabrica SGR, la quale ha definito due comparti: uno dedicato alla valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente, il secondo a dei nuovi piani di investimento in ambito immobiliare. Allo stato attuale, sul nostro portafoglio insiste una componente di fondi immobiliari, che pesano circa il 17%. Per un valore superiore ai 2 miliardi, diviso tra domestico e globale, dove la parte domestica la fa da padrona in misura del 14%. Si tratta, prevalentemente, di fondi che investono nell’economia reale, oltre a fondi NPL e qualche RSA. Questa, attualmente, è la configurazione. 

Enrico Imbraguglio: Chiarissimo. Devo riportare la nostra esperienza in Germania, per fare un parallelismo con la vostra esperienza in Italia. Noi, ovviamente, ci dedichiamo soprattutto al commerciale e, in parte, al residenziale. Siamo molto focalizzati su Berlino, anche se abbiamo investimenti marginali anche al di fuori. Quello che abbiamo riscontrato è che il real estate, a parte nelle singole e specifiche asset class più fortemente impattate dal Covid (come il settore alberghiero, il settore degli eventi, i centri commerciali), non ha registrato grossi sconvolgimenti. I flussi derivanti dagli affitti sembrano tenere, vuoi forse per un’economia più solida e per gli interventi importanti del governo. Il real estate si dimostra, quindi, un settore con una sua stabilità, una certa resilienza. Rimane un asset class a cui gli investitori, specie di lungo termine, come Inarcassa stessa si definisce, andranno a guardare. 

Inarcassa ha una doppia esposizione rispetto al mondo immobiliare: come investitore istituzionale, per gli investimenti che fa delle contribuzioni che raccoglie dai propri associati, e rispetto alle attività degli associati stessi, che in qualità di architetti e ingegneri sono fortemente legati all’andamento del mercato immobiliare. Mi sembra, quindi, doppiamente interessante sapere cosa ha visto e cosa vede Inarcassa nel proprio portafoglio immobiliare, durante e nel post Covid; che tipo di messaggio ha raccolto dagli associati e se ci sono delle iniziative che pensa di mettere in cantiere a sostegno dell’economia del Paese e degli associati.

Marco Mizzau: Prima parlavamo della Germania, per la quale è prevista una ripresa a V rispetto all’Italia, in cui si prevede una ripresa a L, con un PIL che sicuramente avrà una situazione peggiore rispetto alla situazione pre-Covid. Il real estate, a mio avviso, può essere definito un treno in corsa che si è fermato per un evento esogeno, non per una crisi strutturale, com’è avvenuto nel 2008, 2009, 2011 e 2012. Una volta eliminato questo evento esogeno, sicuramente sarà un treno che continuerà a marciare bene. Posso notare che si è confermato un interesse degli investitori per quanto riguarda il settore residenziale e turistico, anche se sembrerebbe un po’ in controtendenza. Probabilmente quella che sta soffrendo di più è la parte del commerciale. Leggevo, inoltre, che gli investimenti immobiliari in Italia, nel primo semestre di quest’anno, sono in diminuzione di circa il 25% rispetto al semestre del 2019. Se consideriamo la parte di immobiliare fisico, ossia quella afferente alla nostra SGR, Fabrica, è inevitabile pensare che ci siano state in questo periodo delle richieste di rinegoziazione dei canoni, che verranno naturalmente rivalutati anche sulla base delle indicazioni che deriveranno dalle Istituzioni. Per quanto concerne la parte dei fondi immobiliari presenti in portafoglio, noi sappiamo che questi in Italia valgono circa 91 miliardi e afferiscono a 53 SGR. Dal nostro punto di vista, penso sia abbastanza significativo e rappresentativo citare l’iniziativa che abbiamo concluso poco tempo fa con Coima SGR insieme ad altre due casse di previdenza, la Cassa dei Commercialisti e la Cassa Forense, per un fondo totalmente destinato alla riqualificazione e rigenerazione urbana, Esg City Impact Fund. In questo periodo abbiamo pensato di spostare l’ago della bilancia dal core plus al value-added. Nel core plus abbiamo, essenzialmente, uffici e residenze. Abbiamo pensato di calmierare questa parte rispetto agli investimenti nell’economia domestica e nell’economia reale. Per quanto riguarda la categoria dei professionisti che rappresentiamo, gli ingegneri e gli architetti, auspico fortemente che vengano di nuovo indetti dei concorsi di progettazione. Io ho avuto la fortuna di indirne uno, nella mia precedente esperienza con il Campus Bio-Medico, che ha visto coinvolti 16 studi di architettura, per progettare il campus del futuro. Penso che ci sia bisogno di queste iniziative, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo, per l’economia reale del nostro Paese. 
Enrico Imbraguglio: Grazie per le preziose informazioni, dott. Mizzau. Direi che ci ha rappresentato un quadro abbastanza esaustivo della situazione di Inarcassa. L’informazione più interessante, che emerge dal confronto di oggi, è che un asset allocation diversificata, una gestione del tempo e del rischio, interventi pronti sul Portafoglio, permettono in situazioni di shock come questa di gestire, di reagire, di sostenere delle perdite più contenute e di mantenere una situazione attiva del Portafoglio. Rispetto al settore immobiliare abbiamo condiviso alcuni punti importanti, ossia come la resilienza e una diversificazione tra investimenti diretti e indiretti, soprattutto tra domestici e internazionali, aiutino a dare una buona stabilità al Portafoglio. Credo che questo sia il messaggio più importante che raccogliamo oggi. Ovviamente, per chi volesse approfondire questi temi, sia io che il dott. Mizzau siamo a disposizione. Inoltre, chi volesse capire come il mercato tedesco abbia reagito, e stia reagendo, alla situazione e fosse interessato a considerare le opportunità di investimento in Germania, può fare riferimento a Optimum Asset Management. Vorrei ringraziare anche lo staff di Valore, che ha permesso questa intervista e ha ideato un’iniziativa che reputo molto importante, soprattutto viste le restrizioni rispetto agli incontri fisici. Speriamo di tornare presto ad avere delle opportunità di confronto anche di persona, non soltanto in maniera virtuale. Grazie.

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