Gestione attiva e selezione dei gestori nei portafogli istituzionali

La terza intervista della rubrica Who’s Who vede come protagonisti Fabrizio Mazzucato (Head of Institutional di T. Rowe Price) e Stella Giovannoli (responsabile dell’area finanza della gestione del patrimonio immobiliare della Cassa Nazionale del Notariato), i quali si confrontano sul tema della gestione attiva e la selezione dei gestori nei portafogli istituzionali.

Fabrizio Mazzucato: “Benvenuti a tutti a questo nuovo incontro del ciclo Who’s Who. Sono Fabrizio Mazzucato, responsabile dell’attività istituzionale sul mercato italiano per T. Rowe Price. Per chi non ci conoscesse ancora, siamo uno tra i più grandi gestori attivi indipendenti al mondo. Abbiamo 80 anni di storia e siamo una società quotata; facciamo parte dell’S&P 500 e gestiamo oltre 1.200 miliardi di dollari per i nostri clienti. La nostra presenza è globale; abbiamo un ufficio italiano aperto cinque anni fa, con un team di dodici colleghi che assiste la clientela italiana. 

Oggi sono qui con Stella Giovannoli, che ringrazio davvero per la sua disponibilità, responsabile dell’area finanza della gestione del patrimonio immobiliare della Cassa Nazionale del Notariato. Insieme a Stella faremo alcune considerazioni, alcuni approfondimenti su quelli che sono i rischi, le difficoltà, ma anche le grandi opportunità che ci sono in questo periodo; quindi, grazie e buongiorno Stella!”. 

Stella Giovannoli: “Salve a tutti”.

Fabrizio Mazzucato: “Partiamo subito con una veloce domanda. Complice l’elevata volatilità che c’è e vediamo sui mercati finanziari, e le notevoli difficoltà che stanno affrontando molti settori dell’economia e molte aziende, è ritornata ‘di moda’, permettimi questo termine, la gestione attiva. Ero interessato a sapere cosa ne pensi, quali possono essere i vantaggi che la gestione attiva ha per una Cassa come la vostra e soprattutto se ne fate uso”.

Stella Giovannoli: “Ti ringrazio Fabrizio per questa opportunità. La gestione attiva, come noi sappiamo, è una gestione caratterizzata dal fatto che il gestore tende a perseguire un asset allocation diverso rispetto al proprio benchmark di riferimento, con lo scopo di ottenere un extra rendimento. Noi come Cassa negli anni abbiamo privilegiato sempre una gestione attiva, sia per quanto riguarda i mandati di gestione, sia per i prodotti di risparmio gestito; ed è solamente negli ultimi due anni che ci siamo approcciati con un’ultima consiliatura alla selezione e all’inserimento in portafoglio di prodotti passivi soprattutto ETF su mercati tematici. 

Negli anni la gestione attiva è sempre stata confrontata rispetto alla gestione passiva, soprattutto per quanto concerne i costi e quindi il peso delle commissioni di gestione da dover pagare all’SGR, alle Case di riferimento, proprio per poter pagare questo extra rendimento che il gestore si impegnava a fornire. Mentre nel passato però, ci ricordiamo tutti che per un investitore privato, quindi anche per una Cassa di previdenza, per un Fondo Pensione, con un ufficio finanza non eccessivamente grande, era difficile poter replicare il benchmark con una gestione attiva, una gestione diretta, proprio perché c’erano degli elevati costi di gestione e poi c’era anche il problema – come tutti ricordiamo, Fabrizio ricorderai – dei lotti minimi di negoziazione. 

Poi possiamo inserire un’altra peculiarità e cioè che nel prospetto informativo dei prodotti dei fondi, a un certo punto è divenuto obbligatorio il confronto con il benchmark di riferimento e abbiamo inoltre evidenziato che molto spesso la performance del prodotto – anche a noi è successo in alcuni casi – risultava essere sicuramente non superiore a quella del benchmark. 

Oggi invece – e credo che anche voi come Cassa di gestione abbiate progressivamente ridotto i costi – vediamo che su prodotti che avevano un certo costo fino a qualche anno fa, adesso troviamo delle commissioni di gestione un pochino più linee e un po’ tutte le Case si stanno livellando. Questo poi va unito al fatto che si stanno sempre più diffondendo gli strumenti passivi, quindi molte casse hanno ad esempio, a quanto so io, in portafoglio solamente strumenti passivi proprio per scelta. 

Come dicevo a inizio intervista, da due anni a questa parte abbiamo iniziato a inserire, più che altro, ETF inizialmente nei mandati di gestione, un po’ selezionando direttamente, prodotti comunque liquidi, ETF e tematici che operano su mercati emergenti, sul mercato statunitense, in Giappone e sull’area del Pacifico. 

E a questo proposito volevo chiederti Fabrizio, voi come vi siete organizzati proprio tenendo in considerazione questo tema dell’economicità del passivo rispetto all’attivo?”.

Fabrizio Mazzucato: “Allora, sappiamo tutti che è ovviamente un tema molto challenging per una società come la nostra, che è una società long on di gestione attiva. La gestione attiva richiede grandi competenze professionali, specifiche, diversificate e tante risorse dedicate. 

Recentemente abbiamo fatto un lavoro molto interessante: abbiamo preso in considerazione le nostre strategie azionarie americane (le più liquide), sono 18, nell’arco di 20 anni – quindi in situazioni di mercato molto diverse tra di loro – e abbiamo visto che oltre il 94% delle strategie in periodi rolling a tre e a cinque anni, ha battuto il benchmark e il 100% ha battuto il benchmark in periodi rolling di dieci anni. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che anche un ambiente molto sfidante come quello del mercato azionario americano, molto liquido, può essere confrontato e battuto da una gestione attiva. Tante sono le ragioni ovviamente, ne ricordo solo due, non abbiamo tempo: nel nostro caso sicuramente dei team che sono in società da tantissimo tempo (nel nostro caso la permanenza media è di 18 anni, quindi una permanenza media lunghissima) e poi una tra le piattaforme di ricerca più grandi al mondo nell’asset management; noi abbiamo oltre 600 professionisti e 300 analisi dedicati a questa attività.

E mi riallaccio a questo tema per farti un’altra domanda. Voi siete un investitore istituzionale, quindi un investitore di lungo periodo necessariamente, ma state fronteggiando, come molti in questo momento, una situazione davvero eccezionale. Come avete modificato la vostra asset allocation?”.

Stella Giovannoli: “Dunque, la situazione derivante dalla pandemia da Covid-19 ovviamente ci ha fatto fronteggiare e ci fa ancora fronteggiare una situazione eccezionale. Per quanto ci riguarda, noi come Cassa abbiamo gestito l’attività senza particolari problematiche. Buona parte del personale nei mesi critici è stato in smart working, quindi parliamo di categorie protette, colleghi o colleghe con bambini o minori (quindi in età scolare). Però posso dire che la mancanza fisica, quindi l’assenza fisica delle persone, è stata ben compensata, tranne i primi 5/6 giorni di assestamento; successivamente non posso dire di aver avuto particolari criticità. 

Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato la sospensione dei termini relativi al versamento dei contributi previdenziali in scadenza nel periodo dal 20 di marzo fino alla fine di maggio. Questi versamenti potevano essere eseguiti senza alcuna applicazione di interessi e di sanzioni entro il 26 di luglio e mediante rateizzazione, fino a un massimo di tre rate mensili consecutive, a decorrere dal mese di luglio; quindi il nostro impatto dovrebbe tendenzialmente arrivare attorno al mese di ottobre.

Per quanto riguarda l’attività dell’area finanza e dell’ufficio da cui derivo, in questo periodo ovviamente avendo necessità di mantenere il plafond di liquidità disponibile – per quanto già detto – non abbiamo effettuato selezione dei nuovi prodotti, ma ci siamo dedicati esclusivamente al monitoraggio degli asset presenti in portafoglio.

Abbiamo effettuato tantissimi incontri virtuali via call o mediante video call con le varie SGR, con i gestori presenti in portafoglio e comunque le nostre gestioni si sono ben comportate e le nostre decisioni si sono indirizzate a strumenti liquidi o facilmente liquidabili”.

Fabrizio Mazzucato: “Stella, ti interrompo a proposito dei gestori che menzionavi prima. Quali sono i principali drivers nella scelta e nella selezione di un gestore in termini di servizio, assistenza e comunicazione? Cos’è che fa la differenza o ha fatto la differenza?”.

Stella Giovannoli: “Fabrizio, ti ricordo che il nostro portafoglio è investito al momento in fondi comuni di investimento UCITS e titoli governativi o corporate, quindi non abbiamo più in essere i mandati di gestione, che sono scaduti alla fine del mese di giugno. 

Quali sono i drivers che teniamo in considerazione nel momento in cui il CdA decide di fare una selezione? Innanzitutto, andiamo a selezionare prodotti nell’ambito di asset class che ci vengono indicate o che la nostra asset allocation reputa che dobbiamo integrare. Per quanto mi riguarda, io tengo in considerazione la size del Fondo, nel senso che prediligiamo Fondi né troppo grandi, ma nemmeno troppo piccolini; chiaramente teniamo conto del track record mensile, trimestrale e da inizio anno. 

Un altro parametro che abbiamo anche fatto ‘digerire’ ai nostri consiglieri è la volatilità, perché spesso nelle short list il consigliere di amministrazione tende a guardare solamente la performance del Fondo che si sta proponendo. Inserendo anche il parametro della volatilità e quindi dell’indice sharpe ratio, abbiamo così ‘istruito’ tutto il Consiglio sull’importanza che anche la volatilità ha nell’ambito dell’intero portafoglio.

Un altro driver che teniamo in considerazione è il benchmark di riferimento, la ripartizione del portafoglio sia per area geografica, sia per settore di investimento e poi, riallacciandomi a quanto dicevi tu prima, il team di gestione: cioè la solidità e la permanenza del team di gestione nell’ambito della stessa casa.

Infine, anche particolari giudizi quantitativi laddove ce ne fossero, stelle Morningstar o quant’altro.

L’ultima parte è quella delle commissioni di gestione che, per quanto ci riguarda, non è importantissima. Preferiamo, normalmente, pagare qualcosina di più preferendo prodotti che performano meglio. Sulla base di queste indicazioni, elaboriamo delle liste che poi diventano short list e nell’ambito delle varie asset class individuiamo quelli che riteniamo i fondi migliori, che poi verranno inseriti nel portafoglio.

Al momento, il nostro Portafoglio Fondi è composto da circa 110 Fondi, per un totale complessivo di 750 milioni di euro. Periodicamente effettuiamo un rolling di questo portafoglio andando a confrontare nell’ambito di ogni asset class i vari prodotti tra di loro e rispetto al proprio benchmark di riferimento, ed eventualmente disinvestiamo quelli che non ci soddisfano premiando chi ha fatto meglio, o inserendo nuovi prodotti”.

Fabrizio Mazzucato: “Allora grazie, molto esauriente e sicuramente questo tema dell’assistenza/vicinanza a voi clienti diventerà sempre più rilevante anche nel nostro business. Sta cambiando molto il nostro modo di lavorare, e questo confronto a distanza ne è un esempio; lo smart working e le web conference sono parte del nostro business. Una delle sfide che vedo più importante per noi asset manager è quella di essere veramente rilevanti per voi clienti. Con rilevanti voglio intendere efficienza ed efficacia della comunicazione, la reportistica, il supporto (dobbiamo, diciamo, migliorare da quel punto di vista), trasparenza, proattività nell’anticipare le vostre richieste”.

Stella Giovannoli: “Fabrizio, oserei dire anche la presenza è importantissima proprio nei momenti di criticità, perché spesso tu sai bene che nel momento in cui c’è la selezione, in cui si sa che una Cassa sta per investire, ci sono mille telefonate, mille richieste di call, mille appuntamenti. Non sempre nel momento in cui il Fondo – magari già acquistato – poi comincia ad avere dei problemi, oppure c’è il team di gestione che se ne va (come è successo per alcune grosse Case lo scorso anno, ci sono stati due casi abbastanza clamorosi). In quel momento l’assistenza è fondamentale. 

Devo dire che nel periodo di lockdown non ho trovato particolari criticità nell’ambito delle Case che direttamente parlano con noi, già selezionate o da selezionare. Devo dire, molto presenti e sempre disponibili a qualunque nostra richiesta, anche rispondendo da casa chiaramente”.

Fabrizio Mazzucato: “Molto bene. Stella, grazie ancora di aver condiviso insieme queste riflessioni e questi spunti che sono assolutamente di grande attualità. 

Mi auguro, insomma, che tutti voi in ascolto abbiate trovato interessante questo nostro scambio di opinioni e magari l’occasione futura di incontrarsi di persona. Grazie ancora”.

Stella Giovannoli: “Grazie a te Fabrizio, grazie mille!”.

 

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